Maxi sequesto di sacchetti di plastica non a norma al porto giovedì scorso. Il carico, proveniente dal Vietnam di oltre 14 tonnellate, era diretto nella Provincia di Agrigento ma è stato intercettato durante un controllo dei carabinieri forestali del Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale, eseguito con il personae dell’Agenzia delle Dogane. Il sequestro scaturisce dall’operazione “Codice Asso”, coordinata proprio dalla direzione centrale Antifrode e controlli dell'Agenzia. Il grossista che lo aveva ordinato è stato multato per violazione del Codice dell’Ambiente e la merce, oltre 3,5 milioni di sacchetti di plastica per un valore commerciale all’ingrosso di oltre 20 mila euro circa, sequestrata. Per lui una sanzione da cinque mila euro.
La normativa nazionale, in attuazione di quella comunitaria, prevede che i sacchetti di plastica (shopper), per essere regolari, siano o compostabili/non riutilizzabile o riutilizzabili. I compostabili devono avere un logo che attesti la conformità agli standard En 13432. I riutilizzabili, oltre ad avere degli spessori ben determinati dalla legge, tra i 60 e i 200 micron a seconda dell’uso al quale sono destinati, devono contenere dei quantitativi minimi variabili tra il 10% e il 30% di plastica proveniente da riciclo. Gli shoppers riutilizzabili sottoposti all’esame micrometrico, hanno evidenziato spessori inferiori ai 20 micron pertanto di gran lunga inferiori al limite previsto dalla norma per questa tipologia di prodotto. Lo scorso ottobre l'ultimo precedente maxi sequestro: i carabinieri forestali hanno sequestrato 24 tonnellate di sacchetti irregolari a due grossisti palermitani.
L’operazione è stata svolta congiuntamente con l’Associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili (Assobioplastiche). "L’esito dell’attività - spiegano dall'Agenzia delle dogane - rappresenta un significativo esempio di sinergia, tra gli Enti istituzionali e i soggetti privati, finalizzata alla tutela dell’ambiente".
I sacchetti erano prodotti in Vietnam e importati da due aziende di Bergamo e Varese, che li rivendevano a una dozzina di distributori. Sequestri e sanzioni per 300mila euro.
29 aprile 2019 16:19
Dopo aver individuato, durante controlli di routine, sacchetti per la spesa non biodegradabili in alcuni esercizi commerciali nel Verbano, Piemonte, i Carabinieri forestali del VCO (Verbano Cusio Ossola) sono risaliti a monte della filiera fino ai grossisti, scoprendo che gli shopper erano prodotti in Vietnam, giungevano in Italia attraverso il Porto di Genova e venivano distribuiti in Nord Italia da due aziende con sede a Bergamo e Varese.
Dai grossisti, gli inquirenti sono arrivati a dodici imprese che a loro volta distribuivano i sacchetti ai commercianti, undici in Lombardia e una nel novarese.
Nel corso delle indagini, alle quali ha collaborato anche l'Ufficio frodi dell'Agenzia delle dogane di Genova, sono stati sequestrati più di un milione di sacchetti fuori legge ed elevate sanzioni per complessivi 300mila euro ad oltre sessanta aziende.
Scoperti dalla Polizia Locale in un negozio del centro sacchetti per ortofrutta non biodegradabili e compostabili.19 giugno 2018 07:05
Gli agenti della Polizia Municipale di Napoli, Unità Operativa Tutela Ambientale, hanno sequestrato nei giorni scorsi in un supermarket di via Arenaccia, nel capoluogo partenopeo, 22mila sacchetti per ortofrutta non conformi alla normativa vigente che prescrive solo prodotti biodegradabili, compostabili e parzialmente biobased.
Al responsabile dell’attività commerciale è stata comminata una sanzione amministrativa di 5.000 euro.
1 giugno 2018 07:20
La Polizia municipale di Torino sta eseguendo controlli sulla distribuzione di sacchetti per la spesa nei mercati rionali. Nell’ambito di questa attività di contrasto all’illegalità, è stato fermato ieri in piazza della Repubblica un venditore abusivo di sacchetti, al quale è stata comminata una multa di 20mila euro, oltre al sequestro della merce.
Nel corso dei controlli, infatti, all’interno di un furgone (per altro privo di assicurazione e quindi sequestrato anch'esso) sono stati rinvenuti scatoloni contenenti 64.000 sacchetti di plastica per la spesa non biodegradabili e compostabili come prevede l’attuale normativa. Al venditore è stata quindi riconosciuta la detenzione di “ingente quantità” che prevede una multa salata.
Approvata la legge: dal 1° gennaio 2018 dovranno essere biodegradabili, parzialmente biobased e non potranno più essere distribuiti gratuitamente.2 agosto 2017 10:44
Ci sono anche norme più restrittive sui sacchetti in plastica tra le pieghe della legge di conversione del decreto n. 91/2017 recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, approvata ieri dalla Camera dei Deputati con voto di fiducia. Le novità sono inserite negli articoli 9 e 9-bis del decreto.
In base all'art-9, a partire dal 1° gennaio 2018 dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432 anche i sacchi leggeri e ultraleggeri – con spessore inferiore a 15 micron - utilizzati per il trasporto di merci e prodotti, a fini di igiene o come imballaggio primario in gastronomia, macelleria, pescheria, ortofrutta e panetteria. Inoltre, oltre ad essere idonei per l’uso alimentare, questi sacchetti dovranno essere prodotti con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40% e distribuiti esclusivamente a pagamento, così come oggi avviene per gli shopper.
Il contenuto biobased, determinato in base allo standard UNI CEN/TS, salirà al 50% a partire da gennaio 2020 e al 60% l’anno seguente.
“La nuova norma permetterà finalmente di reprimere la pratica illegale di diciture quali ‘sacchetti a uso interno’ messa in atto per eludere la legge sugli shopper e che tanti danni ha provocato all’ambiente, ai retailer onesti e alla filiera dei produttori e trasformatori di biopolimeri”, commenta Assobioplastiche, l’associazione della filiera italiana delle bioplastiche.
La sanzione per chi contravviene alla norma, violando anche solo uno dei dei requisiti cumulativi, parte da 2.500 e può arrivare fino a 100.000 euro se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica oppure se il loro valore è superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
“Con questa legge giunge a sua naturale conclusione un percorso virtuoso nel settore della bioeconomia e dell’economia circolare che fa dell’Italia un modello per tutta l’Europa - afferma Marco Versari, presidente di Assobioplastiche -. È stato un cammino lungo, a tratti tortuoso, affrontato con la lungimiranza della buona politica e la tenacia della collaborazione instaurata tra policy maker, filiera della chimica verde e stakeholder della società civile. Questa è l’Italia di cui dobbiamo essere fieri: l’Italia che innova all’insegna di nuovi paradigmi produttivi in grado di coniugare ambiente e sviluppo, protezione del capitale naturale e creazione di posti di lavoro”.
L'articolo 9-bis, in attuazione della direttiva (UE) 2015/720 sulla riduzione dell'utilizzo di borse di plastica in materiale leggero, affida a Conai importanti attività informative, in coerenza con i principi contenuti nel Codice dell'ambiente (D.Lgs. 152/2006), demandando al Consorzio il compito di elaborare i dati sull'utilizzo dei sacchetti. Prevede inoltre l'obbligo di apporre sulle borse elementi identificativi e diciture per fornire ulteriori informazioni ai consumatori, quali informazioni sull'impatto delle borse di plastica sull'ambiente, sulle misure necessarie alla riduzione del loro utilizzo, sulla sostenibilità ambientale delle buste biodegradabili e compostabili, nonché atte a consentire il riconoscimento delle borse di plastica conformi alla legge.
La Commissione Politiche UE della Camera dei Deputati ha approvato nei giorni scorsi un emendamento del governo alla Legge europea 2017 che incorpora nel testo sia le norme già in vigore relative ai divieti alla commercializzazione dei sacchetti per la spesa in plastica, sia nuovi limiti alla distribuzione di sacchetti ultraleggeri, con spessore inferiore a 15 micron, richiesti a fini di igiene o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi (es. ortofrutta).
Si tratta delle stesse prescrizioni contenute nel DDL messo a punto dal Governo lo scorso novembre (leggi articolo), decaduto a causa dei tempi tecnici richiesti per ottenere l’approvazione da parte della Commissione europea. L’articolo 11-bis introduce nuove definizioni relative agli imballaggi in plastica, necessarie per l’applicazione della nuova disciplina, in cui rientrano quelle riguardanti le borse di plastica in materiale leggero (spessore inferiore a 50 micron) e ultraleggero (sotto i 15 micron), nonché le borse di plastica biodegradabili e compostabili. Ulteriori disposizioni riguardano: le informazioni che devono essere rese ai consumatori; l’apposizione di diciture identificative delle borse commercializzabili da parte dei produttori; gli obblighi di relazione alla Commissione europea circa l’utilizzo di borse di plastica; l’organizzazione di campagne di educazione ambientale e di sensibilizzazione dei consumatori sull’impatto delle borse di plastica sull’ambiente.
In aggiunta, il nuovo articolo 226-ter del D.Lgs. 152/2006 (Riduzione della commercializzazione delle borse di plastica in materiale ultraleggero) modificato dalla Legge europea 2017 in esame alla Camera, prevede che a partire dal 1 gennaio 2018 possano essere commercializzati esclusivamente sacchetti ultraleggeri biodegradabili e compostabili (secondo UNI EN 13432), con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40 per cento, quota che sale al 50 percento a partire dal 1 gennaio 2020 e al 60 percento dal 1 gennaio 2021. In ogni caso, queste buste non potranno essere distribuite a titolo gratuito.
Il contenuto di materia prima rinnovabile dovrà essere certificato da organismi accreditati determinando la percentuale del carbonio di origine biologica presente nella borsa di plastica rispetto al carbonio totale, secondo lo standard UNI CEN/TS 16640.
A Conai viene affidato il compito di acquisire i dati sulla produzione e distribuzione di sacchetti monouso in plastica, che saranno elaborati dall’Ispra per calcolare l’utilizzo procapite, dato da inviare alla Commissione europea come richiesto dalla Direttiva europea 2015/720.
La Direttiva UE 2015/720 modifica la direttiva imballaggi (94/62/CE) su alcuni punti, al fine di favorire la riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero (sotto i 50 micron) e ultraleggero (sotto i 15 micron). Gli Stati membri sono obbligati ad adottare le misure necessarie “atte a conseguire sul loro territorio una riduzione sostenuta dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero”, che possono includere obiettivi di riduzione nazionali, restrizioni all'uso o misure finanziarie e possono variare a seconda dell'impatto ambientale che tali borse hanno quando sono recuperate o smaltite, delle loro proprietà di compostabilità, della loro durata o dell'uso specifico previsto.
Trovati in una nota azienda 450.000 sacchetti per la spesa prodotti in polietilene e non con plastiche biodegradabili e compostabili come prescrive la legge.18 aprile 2017 12:26
Proseguono i controlli volti a contrastare la produzione e vendita di sacchetti per la spesa “tarocchi”. La Guardia di Finanza di Salerno ha sequestrato presso un produttore di sacchetti con sede nel Vallo di Diano, in Campania, 450mila buste della spesa monouso in plastica non conformi alla legge.
Nel corso dell’operazione condotta dalla Tenenza di Sala Consilina (SA) sono stati prelevati campioni, poi sottoposti ad analisi fisico-chimichepresso i laboratori Arpa, che hanno evidenziato l’utilizzo, nella fabbricazione dei sacchetti, di polietilene al posto dei polimeri biodegradabili e compostabili richiesti dalla legge per gli shopper monouso. L’indagine è parte di una più vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza a livello nazionale.
Il responsabile dell’azienda ispezionata è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio. Le indagini ora proseguono per risalire ai distributori dei finti eco-shoppers e individuare altri casi analoghi.
L’attività illecita, oltre ai gravi danni che arreca all’ambiente - sottolineano i finanzieri - rappresenta una frode perpetrata ai danni dei cittadini e dei commercianti onesti.
Nuova campagna contro i falsi shopperSequestrati oltre mezzo milione di sacchetti e segnalate all’Autorità Giudiziaria 11 persone per frode nell’esercizio del commercio.14 aprile 2017 09:55
Nell’ambito dell’operazione “Shopper”, la Guardia di Finanza ha condotto una serie di controlli sulla rispondenza alle norme vigenti dei sacchetti per la spesa in plastica, che ha coinvolto diverse regioni italiane, in particolare: Liguria, Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Campania, Molise, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Toscana e Calabria.
Nel complesso, fa sapere il Comando Provinciale di Sondrio - che ha avviato le indagini insieme al Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale delle Fiamme gialle - sono stati sequestrati 580.000 shopper e segnalati all’Autorità Giudiziaria 11 soggetti per frode nell’esercizio del commercio, mentre a carico di altri 25 rappresentanti della piccola e grande distribuzione è stata elevata una sanzione amministrativa per importi che vanno dai 2.500 ai 25.000 euro, poiché in possesso ed utilizzatori di shopper non conformi, per composizione e materiale, alla specifica normativa di settore.
Obiettivo dell’operazione la tutela delle aziende italiane che hanno fatto ingenti investimenti per mettersi in regola con la direttiva europea che impartisce specifiche disposizioni in materia di produzione ed utilizzo degli shopper.
Sequestro di shopper fuorilegge a RovigoControlli delle Fiamme Gialle in cinque esercizi della provincia rodigina hanno portato al sequestro di 18mila sacchetti in plastica.5 aprile 2017 13:49
La Guardia di finanza di Rovigo ha sequestrato presso alcuni esercizi commerciali della provincia circa 18mila sacchetti per la spesa in plastica non conformi alla legge, utilizzati illecitamente per l’imballo di vari prodotti, compresi alimenti.
L’operazione delle Fiamme Gialle, che ha ricevuto il plauso di Assobioplastiche, ha coinvolto cinque commercianti (4 cinesi e uno italiano) delle città di Adria, Polesella, Badia Polesine e Lendinara, in provincia di Rovigo.
“Il settore degli shopper per asporto merci vive in una condizione di illegalità inarrestabile - ha commentato il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari – con 60 buste su 100 in circolazione assolutamente fuori norma. Ci troviamo in una situazione in cui una legge dello Stato, concepita per proteggere l’ambiente e per stimolare sviluppo economico ed occupazione attraverso la crescita di una filiera di imprese altamente innovative, soccombe di fronte al malaffare, alla concorrenza sleale e alla criminalità”.
In base ai dati dell’osservatorio Assobioplastiche, in media 7 ambulanti su 10 e 8 commercianti al dettaglio su 10 distribuiscono sacchetti fuori legge, nonostante la legge sia entrata definitivamente in vigore il 24 marzo 2012 e il regime sanzionatorio dall’11 agosto 2014.
“Non solo c’è bisogno di controlli sempre più serrati e di sanzioni pesanti – ha aggiunto Versari - ma è ora che anche le camere di commercio e le associazioni di categoria di commercianti e ambulanti inizino a fare la propria parte, se non vogliono essere conniventi di un sistema dominato dalla volontà di arricchirsi in modo fraudolento, a spese della collettività, delle imprese oneste e dell’ambiente”.
Il testo del DDL che introduce nuovi vincoli alla commercializzazione di sacchetti in plastica ultraleggeri per alimenti sfusi.23 novembre 2016 08:30
Il Governo italiano ha sottoposto il 17 novembre scorso alla Commissione europea il disegno di legge che fissa nuovi paletti alla commercializzazione di sacchetti monouso di plastica, nello specifico quello ultrasottili per l’asporto di frutta e verdura sfuse, ad oggi esclusi dal divieto. Si tratta del decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2015, che modifica la direttiva 94/62/CE per quanto riguarda la riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero, varato dal Consiglio dei Ministri il 9 novembre scorso (testo integrale in allegato).
COSA CAMBIA. Le principali novità introdotte dal decreto sono il divieto alla cessione gratuita dei sacchetti (il costo deve risultare nello scontrino) e l’introduzione di nuovi vincoli alla vendita di sacchetti ultraleggeri, con spessore inferiore a 15 micron, che dal 1 gennaio 2018 dovranno essere non solo compostabili secondo la norma UNI EN 13432, ma contenere anche una percentuale crescente di carbonio biobased (secondo lo standard UNI CEN/TS 16640): almeno il 40% dal 1 gennaio 2018, il 50% dal 1 gennaio 2020 e non inferiore al 60% da gennaio 2021. Si tratta di valori molto simili a quelli entrati in vigore in Francia, con l’unica eccezione della soglia del 60%, che oltralpe entrerà in vigore solo nel gennaio 2025.A Conai è affidato il compito di acquisire i dati sulla produzione e distribuzione di sacchetti monouso in plastica, che saranno elaborati dall’Ispra per calcolare l’utilizzo procapite, dato da inviare alla Commissione europea come richiesto dalla Direttiva europea 2015/720.Il decreto prevede anche campagne di informazione dei consumatori per aumentare la consapevolezza in merito agli impatti delle borse di plastica sull’ambiente ed “eliminare la convinzione che la plastica sia un materiale innocuo e poco costoso, favorendo il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’utilizzo di borse di plastica”.
IL TESTO. L’articolo 1 modifica gli articoli 217 (ambito di applicazione), 218 (definizioni), 219 (criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio), 224 (Consorzio nazionale imballaggi) del codice dell'ambiente; vi inserisce i nuovi articoli 220-bis (Obbligo di relazione sull'utilizzo di borse di plastica), 226-bis (Divieti di commercializzazione delle borse di plastica), 226-ter (Riduzione della commercializzazione delle borse di plastica in materiale ultraleggero) ed aggiunge tre nuovi commi all'articolo 261 (imballaggi) relativo alle sanzioni.L'articolo 2 contiene le disposizioni di natura finanziaria, prevedendo l'invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica.L’articolo 3 prevede l'abrogazione espressa delle disposizioni vigenti in materia di commercializzazione di sacchi per asporto merci, fa salvi i provvedimenti sanzionatori adottati ai sensi della previgente normativa per fattispecie verificatesi prima della data di entrata in vigore del provvedimento oggetto di notifica.
LA DIRETTIVA (UE) 2015/720 modifica la direttiva imballaggi (94/62/CE) su alcuni punti, al fine di favorire la riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero (sotto i 50 micron) e ultraleggero (sotto i 15 micron). Gli Stati membri sono obbligati ad adottare le misure necessarie “atte a conseguire sul loro territorio una riduzione sostenuta dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero”, che possono includere obiettivi di riduzione nazionali, restrizioni all'uso o misure finanziarie e possono variare a seconda dell'impatto ambientale che tali borse hanno quando sono recuperate o smaltite, delle loro proprietà di compostabilità, della loro durata o dell'uso specifico previsto.
Assobioplastiche ha organizzato ieri a Roma un convegno per fare il punto sul mercato delle bioplastiche in Italia, nel corso del quale sono stati presentati i dati elaborati dalla società di consulenza Plastic Consult, parte dei quali erano stati anticipati in occasione di un incontro tenutosi ad Ecomondo
MERCATO. Il consumo di bioplastiche compostabili nel nostro paese si è attestato l’anno scorso a 54.500 tonnellate, oltre diecimila in più rispetto al 2014 (+25%). Il 73% del totale, pari a quasi 40mila tonnellate, è stato impiegato per produrre sacchetti per la spesa monouso, il 17% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 18% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona.Le aziende che operano in questa filiera sono 210, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente, tra produttori di chimica e intermedi di base (4), produttori di granuli (16), operatori di prima trasformazione (128), operatori di seconda trasformazione (60). Rispetto ad un anno prima, sono entrati 31 nuovi operatori sul mercato della prima trasformazione e, viceversa, sono uscite 20 aziende della seconda trasformazione (passate alla prima trasformazione). Nel complesso, il settore occupava l’anno scorso duemila addetti, con una crescita del 5,5%.
SHOPPER ILLEGALI. Dallo studio Plastic Consult emerge una tendenza inquietante: nei primi mesi di quest’anno si registra un rallentamento della domanda di bioplastiche e un ritorno massiccio ai sacchetti di polietilene PE, che fa capire quanto la legalità sia ancora una chimera in questo settore. “I dati 2016 dimostrano in modo inequivocabile il potenziale di crescita dell’industria delle bioplastiche che con l’agricoltura a monte e l’industria del compostaggio a valle costituisce un vero e proprio sistema economico in grado di innescare processi di rinascita economica e di sviluppo densi di opportunità - ha affermato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche -. E’ inaccettabile che queste capacità vengano compromesse dallo stato di diffusa illegalità intorno alla legge 28/2012”.Secondo un'indagine di Legambiente, oltre la metà dei sacchetti in circolazione è fuori norma: un volume di circa 40 mila tonnellate di plastica con una perdita per la filiera delle bioplastiche pari a 160 milioni di euro, 30 milioni di euro di evasione fiscale, 50 milioni di euro di aggravio dei costi di smaltimento dei rifiuti e ingenti danni all’ambiente e al mare.
“Siamo stati pionieri quando abbiamo iniziato a sviluppare un’industria che coniugasse innovazione a benefici per l’ambiente, crescita occupazionale a circolarità delle risorse -, ha aggiunto Versari -. Oggi siamo pronti a competere nei mercati globali e a cogliere le opportunità che stanno sorgendo dall’implementazione delle politiche finalizzate a decarbonizzazione l’economia, ma affinché i nostri investimenti e i nostri sacrifici non vadano perduti abbiamo bisogno che il Paese ci segua, sconfiggendo l’illegalità”.
MINISTRO PROMETTE PIÙ CONTROLLI. La chiusura dei lavori è stata affidata al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha promesso maggiori controlli, anche attraverso accordi da stringere con i Comuni per far sì che la polizia municipale verifichi presso gli esercizi commerciali il rispetto della legge sugli shopper."Chiamerò i NOE per avviare al più presto una nuova campagna di controlli, questa volta a livello nazionale - ha promesso il Ministro -. Faremo lo stesso con la Guardia di Finanza e accmpagneremo l'operazione con una campagna informativa". "Allo stesso tempo - ha aggiunto Galletti - continueremo a lavorare a livello internazionale per affermare il principio del divieto dei sacchetti di plastica, che sarà messo all'ordine del giorno nel prossimo G7 Ambiente, in programma a Bologna nel mese di giugno"
150 CONTROLLI. Fino ad oggi i NOE dei Carabinieri hanno condotto 150 ispezioni in una trentina di società, che hanno portato al sequestro di 89 tonnellate di sacchetti. Comprese le multe elevate dalla Guarda di Finanza, sono state comminate ai trasgressori sanzioni per 1,8 milioni di euro. Nella campagna di controlli circa 40 persone sono state denunciate per frode nell’esercizio del commercio e concorso nello stesso reato. Buona volontà, ma nulla più, considerata la magnitudo del fenomeno e i profitti illeciti che si possono ottenere violando la legge, non di rado facendo pagare all’esercente il prezzo di un sacchetto in bioplastica al costo di un normale shopper in polietilene.
180mila sacchetti non rispondenti alle norme individuati all’interno di un camion e in un magazzino. La Polizia locale di Milano ha sequestrato nei giorni scorsi nel capoluogo lombardo quasi 180mila sacchetti di plastica per l’asporto merci non conformi alle normative, che prescrivono la biodegradabilità e il compostaggio per quelli monouso.
Ne dà notizia il Comune di Milano, che fornisce anche alcuni dettagli sulla dinamica: i sacchetti, per un valore commerciale di 105 mila euro, sono stati scoperti e sequestrati all’interno di un un camion e in un magazzino situato in un comune dell’area metropolitana milanese.La sanzione amministrativa per il trasgressore va da un minimo di 5 mila ad un massimo di 25 mila euro.“Questi interventi sono fondamentali – commenta Carmela Rozza, assessore alla Sicurezza – non solo per difendere l’ambiente ma anche per assicurare ai consumatori, soprattutto di quelli a basso reddito che acquistano i prodotti più economici, prodotti non dannosi. Ringrazio la Polizia locale per l’efficienza dimostrata in queste operazioni necessarie anche per tutelare tutti i seri e onesti commercianti, italiani o stranieri che siano, che operano sul nostro territorio”.“Le tecniche di stoccaggio – aggiunge il Comandante della Polizia locale Antonio Barbato – si stanno sempre più affinando. Se prima il materiale contraffatto veniva conservato in capannoni, ora le merci sono conservate anche in box auto o in casa e diventa sempre più difficile individuare chi commette il reato”.
(FONTE www.polimerica.it)
Analisi effettuate preso il Cnr di Catania, istuto per i polimeri, compositi e biomateriali. A cura di Paola Rizzarelli, Marco Rapisarda, Graziella Valenti, Stefania La Carta, Emanuele Mirabella con la collaborazione di Gaetano Pastorelli
Sui sacchetti trovati in magazzino apposto il marchio di un’azienda estranea, da qui il sequestro preventivo in attesa di ulteriori accertamenti. Centomila sacchetti fuori norma e, addirittura, un intero stabilimento produttivo: è il risultato dell’operazione condotta dai carabinieri del Noe-Nucleo operativo ecologico di Cagliari, che hanno compiuto nei giorni scorsi ispezioni in una decina di aziende produttrici e grossisti delle province di Cagliari e Oristano alla ricerca di sacchetti monouso in plastica non in linea con la normativa che impone l’impiego di materiali biodegradabili e compostabili secondo le norme UNI EN 13432.
Nel corso delle ispezioni, sono stati messi i sigilli ad un intero impianto di produzione nel cagliaritano, dopo aver accertato che su circa 80mila sacchetti (anch’essi sequestrati) era stato apposto il marchio registrato di una società diversa; da qui il sequestro preventivo dello stabilimento in attesa di fare chiarezza. In un secondo controllo, questa volta ad un grossista, sono stati individuati 20mila shopper non rispondenti ai criteri di biodegradabilitò e compostabilità.
Il valore complessivo dei beni confiscati durante i controlli del NOE si attesta intorno a 1,5 milioni di euro.
L’operazione rientra nella più ampia campagna avviata dal Comando NOE di Roma per contrastare l’illecita diffusione di buste di plastica fuori legge, che nelle scorse settimane ha interessato altre regioni italiane: l'operazione shopper in Calabria e in Sicilia, oltre a numerosi controlli tra Liguria e Piemonte (nella foto).
(FONTE www.polimerica.it)
L’Operazione Shopper ha portato alla denuncia di 38 persone per frode nell’esercizio del commercio e concorso nello stesso reato. OPERAZIONE SHOPPER. Militari del Nucleo speciale tutela della proprietà intellettuale della Guardia di Finanza hanno prelevato campioni presso aziende ed esercizi commerciali in Calabria e Sicilia, sottoposti ad analisi presso i laboratori di Arpa Umbria; i risultati degli esami hanno portato alla contestazione delle violazioni amministrative e penali, oltre al sequestro di oltre 200mila sacchetti non in regola e di un paio di tonnellate di materie prima, presumibilmente granuli di polietilene o film, pronta per essere trasformata in buste per la spesa.
SANZIONI E DENUNCE. Nell’ambito dell’Operazione Shopper, a cui ha collaborato anche Assobioplastiche, stati eseguiti 79 controlli, con la contestazione di 82 illeciti amministrativi, con multe fio ad un massimo di 225 mila euro, per un totale di 1 milione e 800 mila euro; inoltre, 38 personesono state denunciate per frode nell’esercizio del commercio e concorso nello stesso reato.
SI MUOVE IL MINISTERO. I risultati dell’Operazione Shopper sono stati illustrati questa mattina a Roma in una conferenza stampa tenuta dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Gallett e dal Generale Gennaro Vecchione, Comandante del Comando Unità Speciali della Guardia di Finanza.“Sugli shopper l’Italia ha avuto sempre una posizione d’avanguardia nella Ue, orientata al massimo grado di tutela ambientale contro ogni violazione e contraffazione pericolosa per l’ambiente e per l’economia”, ha spiegato ai giornalisti Galletti, che ha ricordato la notiza giunta da Bruxelles in merito all’archiviazione della procedura d’infrazione contro l’Italia in tema di sacchetti. “È una bella notizia – ha commentato il ministro dell'Ambiente - che ci deve dare un’ulteriore spinta nella guerra agli ‘shopper tarocchi’ e alle contraffazioni che nascondono spesso traffici illeciti legati ad interessi criminali. Le istituzioni italiane sono schierate a difesa di quella filiera sana della circular economy sana che rispetta la legge e sceglie l’ambiente come valore di sviluppo”.
COSA DICE LA LEGGE. Per essere a norma di legge, i sacchetti in plastica devono rispondere ai requisiti indicati dall’articolo 2 del decreto legge 25 gennaio 2012: quelli monouso devono essere biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI EN 13432; gli shopper riutilizzabili devono avere uno spessore superiore a 200 micron (con maniglia esterna) o 100 micron (maniglia interna), se destinati a trasportare alimenti, oppure spessore superiore rispettivamente a 100 e 60 micron se non destinati al trasporto di alimenti.
(FONTE www.polimerica.it)
Dovrebbero essere tutti in in materiale biodegradabile come prevede una legge dell’agosto 2014 ma nel Torinese il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Torino hanno sequestrato 80 tonnellate di shoppers non a norma perché di plastica. Sono vietate e costano un decimo di quelle prodotte con materiale vegetale altre ma valgono comunque mezzo milione di euro. Vengono usati soprattutto nei mercati rionali e nella piccola distribuzione. Le shoppers che sono distribuite in Piemonte vengono prodotte soprattutto in provincia di Savona e nella cintura torinese. Su 14 distributori all’ingrosso controllati, 11 sono stati trovati fuori norma e sanzionati. In tutto i carabinieri hanno elevato multe per 100mila euro. Le irregolarità scoperte dai carabinieri del Noe, coordinati dal capitano Vittorio Balbo, hanno soprattutto ripercussioni ambientali. Se le buste di plastica - vietate 4 anni fa da una direttiva europea - continueranno a circolare sarà impossibile raggiungere l’obiettivo che la normativa europea di prefiggeva: diminuire uno dei principali rifiuti da imballaggio che, se abbandonato nell’ambiente, impiega decenni a degradarsi. I danni maggiori sono quelli all’ecosistema marino. Ma il problema è anche economico :le aziende che producono sacchetti biodegradabili hanno fatto grossi investimenti per convertire i loro prodotti e ora si vedono rosicchiare fette di mercato da chi non rispetta le regole.La vicenda dei falsi sacchetti di plastica non biodegradabili era già stata al centro dell'attenzione di un' inchiesta dell' ex pm Raffaele Guarinello
(Fonte torino.repubblica.it)